Secondo me
secondo me
dovresti imparare le cose che ti piacciono, non per saperle, ma per giocare alla scoperta.
Quel che tu sai alla fine non importa a nessuno, lo studio deve essere un percorso personale e indipendente dal metodo e dal giudizio. Però si sa: il mondo gira in un'altra maniera, e siccome siamo in tanti, dobbiamo creare dei parametri. Standardizzazioni, categorie, modelli e criteri: ovvero la didattica, che permette alla conoscenza di essere misurabile e uguale per tutti, quindi democratica.
Tante più persone devono condividere una conoscenza, tanto più si necessita di un processo democratico e imparziale per diffonderla. Nel nostro piccolo, il minimo che possiamo fare per far del bene al mondo, è imparare, per poi diffondere al maggior numero di persone.
Alla fine non importa cosa impari;
per non sbagliare, secondo me, dovresti imparare solo le cose che ti piacciono, non per saperle, ma per giocare alla scoperta.
Non per saperle dire davanti a un professore, ma per scoprire a quanti altri argomenti ti puoi riagganciare, e magari fantasticare sulle ricerche che ancora devono essere fatte. So che sembra stupido andare a raccontare a uno sconosciuto le cose che lui ti ha detto di studiare, ma pensa che a lui non frega niente, ne di te, ne del tuo voto. Quindi se lo fai, pur sapendo che non finirai il tuo percorso, ricorda che a volte non è sufficiente imparare solo le cose che ci piacciono, ma anche quelle che inizialmente non avevamo notato, ma che sono parte integrante della materia.
E a quanto pare, sono proprio quegli argomenti che a pelle sembrano fastidiosi e difficili, che poi effettivamente quando ti ci trovi di fronte vedi un muro, e dici -ma chi me l'ha fatto fà?-
Se pensi di studiare, e di non arrivare in fondo, perchè non hai iniziato fin da subito a trovare un altro impegno? Avresti potuto studiare comunque quelle materie, magari alla tua maniera, magari su un prato, sotto i pini, e accanto alle mimose. Sono tutte decisioni, bivi, interruttori e leve che azioniamo a seconda delle nostre convinzioni. Se piacesse a tutti continuare a studiare, pur sapendo di non arrivare a una ricompensa, il mondo sarebbe pieno di persone come noi: libere nel sapere e nella conoscenza.
Quindi devi andare a dare il prossimo esame, e quello dopo ancora, e dovrai farmi sapere come sono andati (se proprio non vuoi rendermene partecipe), e così in futuro ne darai altri con la stessa leggerezza e spontaneità con cui hai imparato gli argomenti che più ti interessano. La conoscenza con lo studio non ci incastra niente, io parlo del piacere di scoprire, lento e coniugato a mille altre esperienze, un quadro generale del sapere, che ti affiora alla mente in maniera sfumata, e che poi si fissa piano, ma per sempre; proprio come da un bagno d'acido nasce una fotografia.
PS: Scrivo bene e razzolo male
5 commenti:
hai perfettamente ragione Fa...grazie! Mi sento veramente fortunata ad averti incrociato nella vita...
hai ragione a ritenerti fortunata, di solito si incontra molto di peggio in giro, ma cosa vuoi? coi tempi che corrono è difficile incrociare anche solo un cavallo. eppure prima ne era pieno il mondo, di cavalli s'intende; invece di persone che ti stanno ad ascoltare, beh di quelle, al giorno d'oggi, se trovano ancor meno.
persone che ti stanno ascoltare ci sono, magari con la voglia, poi, di farsi ascoltare.
A volte mi chiede se, e cosa capisci
Questa domanda che ti poni mi preoccupa.
Capisco quel che voglio, sperando che sia quello che tu vuoi trasmettermi.
Grazie per i semi di girasole, al solito sei dolcissimo. Dici che mangiandoli magari mi cresce qualcosa in pancia?!
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